In questo diario sono raccolti alcuni dati, esperienze personali ed informazioni utili al viaggiatore, sul mio solitario (si fa per dire…) viaggio in Scozia di Luglio 2001. Non c’e’ scritto tutto quello che ho fatto e nemmeno tutto quello che uno dovrebbe sapere, solo cio’ che avevo voglia di scrivere nei ritagli di tempo. Mi auguro queste informazioni risultino utili a qualcuno e che il diario rappresenti nel suo complesso una lettura divertente. Ah, non badate ai tempi verbali a volte scorretti, non avevo molta voglia di correggere il testo. ;-) Se volete chiedermi qualcosa sulla Scozia o semplicemente scrivermi, il mio indirizzo e’ mb at italpro.net.

Lunedi’ 1 Luglio

Iniziamo con una buona notizia: il carissimo Stansted Express, che collega l’aeroporto di Stansted al centro di London, e’ gratuito per chi ha un biglietto InterRail. Ho tuttavia dovuto farmi un po’ valere con il controllore, che era piuttosto titubante alla vista del magico biglietto. Dopo avergli detto che avevo chiesto due volte informazioni alla biglietteria di Stansted, mi ha lasciato andare.

Giunto a Liverpool Street in ritardo (a causa del consueto inconveniente occorso alle scadenti ferrovie britanniche), mi sono spostato ad Euston: appena una sterlina e mezza per tre fermate di metropolitana, distanza tranquillamente copribile a piedi. La stazione di Euston, aperta 24h/24 e ben sorvegliata, offre una gigantesca sala principale semispoglia con poco piu’ di tre sedia e nessun cestino (!). Dopo essere tornato sulla strada per poter finalmente gettare le cartacce che avevo con me, mi sono diretto alla biglietteria Virgin armato di InterRail. Dopo l’esperienza dello Stansted Express ero pronto a battermi anche ad Euston affinche’ il mio bigliettone scritto in italiano venisse riconosciuto. Invece, sorpresa: non solo il simpatico bigliettaio ha riconosciuto subito quello che gli porgevo, ma mi ha anche prenotato (gratuitamente) un posto (sedile) sullo ScotRail Express della notte che in ‘sole’ 7 ore collega London Euston a Edinburgh Waverley.

Salito a bordo e trovato il mio posto a sedere ho realizzato di trovarmi in una specie di carrozza di prima classe con sedili grandi e piuttosto confortevoli.

Ah, dimenticavo un particolare: ho dovuto rinunciare a portare gli Arbre Magique ™, segno di riconoscimento del frequentatori di Inter-Rail.Net. Infatti, dopo 3 (e dico TRE) settimane (e dico SETTIMANE) nelle quali li avevo lasciati all’aperto in balia di sole, vento e pioggia, essi ancora conservavano la loro puzza malefica. Spero che per il prossimo IR siano completamente deodorati.

Vabbeh, torniamo allo ScotRail Caledonian Sleeper. Pochi minuti prima dell’orario di partenza e’ salito a bordo un tipo sulla trentina veramente rovinato: indossava vestiti luridi e, visto l’incedere, era presumibilmente imbottito di droghe. Ovviamente il destino l’ha fatto sedere vicino a me, ha bevuto un sorso di Coca Cola e, tra lo stupore generale degli altri passeggeri del vagone H, ha iniziato a ridere da solo. Ah, per la cronaca: il tipo seduto vicino a me dall’altra parte era un musulmano e stava gia’ pregando da mezz’ora. Non saprei dire con certezza se i binari erano puntati verso la mecca, ma ad occhio la direzione era esattamente opposta. Dopo dieci minuti di risate il drogacciato ha iniziato ad agitarsi guardando in giro (il treno, in forte ritardo, non aveva ancora lasciato Euston), finche’ e’ uscito di fretta. In quel momento il treno e’ partito. ;-) Liberatomi del rompiscatole autoctono ho visto che anche il musulmano aveva finito di pregare ad alta voce, e cosi’ vedevo finalmente la concreta possibilita’ di dormire.

Pur partendo in notevole ritardo, il treno e’ giunto a Edinburgh con una buona mezz’ora d’anticipo, ma il viaggio e’ stato un tantino scazzante. C’era un continuo viavai di persone che si alzavano e si sedevano: probabilmente erano insonni a causa dell’elevata rumorosita’ del convoglio (quando rallentava sembrava che qualcuno infilasse delle barre di acciaio tra le ruote). Il momento clou e’ stato il passaggio del controllore: e’ arrivato saltellando e, quando e’ giunto dalle mie parti, ha contemplato in maniera assai dubitativa l’InterRail (secondo me non ne aveva mai visto uno). Dopo aver mormorato tra se ‘what’s this?’ ha concluso ‘oh, OK’ e… lo ha timbrato! Ma dico, vi rendete conto?!? Mi ha timbrato l’InterRail proprio in mezzo alle scritte e poi e’ tornato via (sempre saltellando). Le ferrovie britanniche sono un grande film comico…

Per chiudere la giornata, un’informazione per chi adora dormire senza pagare: sembra che anche la stazione di Edinburgh (Waverley) sia aperta round-the-clock.

Martedì 3 Luglio

Non male Edinburgh: il grande affollamento ed il notevole numero di attrattive la fa sembrare una ‘London del nord’. Chiaramente e’ piu’ piccola e molto piu’ bella rispetto alla metropoli inglese. Ho pernottato all’High Street Hostel della catena indipendente Scotland’s Top Hostels. Il posto era carino e lo staff piuttosto simpatico. Quasi tutti i clienti sono curiosamente australiani oppure neozelandesi. Appena sono arrivato una guida dell’ostello mi ha portato in giro per la citta’ assieme agli altri ragazzi che erano in salotto, spiegandoci tutto cio’ che c’e’ da sapere sul Royal Mile, la via principale della citta’ vecchia. La camminata e’ stata lunga, ma molto interessate e chiusa da una visita al pub (sono arrivato in ostello alle 2 di pomeriggio ubriaco).

Gli abitanti di Edinburgh sono in generale piuttosto disponibili ed un tantino eccentrici. Tra l’altro piu’ di uno di essi mi ha fatto capire, in maniera piu’ o meno velata, di non sentirsi affatto cittadino britannico bensi’ SCOZZESE.

Esattamente al centro di Edinburgh (nella ‘valle’ tra la citta’ vecchia e Princes Street) si sono gli ottimi Princes Street Gardens, che in una giornata di sole (beh, dai, di ‘non pioggia’, cioe’ il massimo che si puo’ ottenere in Scozia) vanno benissimo per lunghi momenti di riposo, anche in considerazione degli - aehm - interessanti aspetti faunistici. Alla sera sono stato al Frankenstein Pub in George II Bridge, tanto decantanto dalla guida ‘Essential Edimburgh’: si tratta in effetti di un posto carino ma nulla di piu’. Insomma, se ci capitate davanti entrateci, altrimenti non vi siete persi nulla. Ottimo comunque per una magica scura irlandese.

Mercoledi’ 4 Luglio

Armato di buona volonta’ ho deciso di ammirare il panorama da Arthur’s Seat, sulla cima della collina di origine vulcanica che domina il selvaggio Holyrood Park. Il dislivello e’ di circa 250 metri, su comodo sentiero. Ragazza, che panorama!!! Arthur’s Seat era avvolta da una nebbia incredibile e non vedevo neppure ad un metro da me, figuriamoci se potevo scorgerela citta’! Andateci solo se c’e’ il sole. Pochi metri sotto la cima mi sono imbattuto in una tenda popolata da quattro ragazzi piuttosto sfasciati che evidentemente erano li’ dalla sera prima; che abbiano prodotto loro il ‘fumo’ che avvolgeva la collina?

Altro pub mitico/non mitico: il Dr. Jekyll e Mr. Hyde. A dire il vero mi e’ sembrato un po’ piu’ curato del Frankenstein, ma forse ero solo piu’ allegro. Nel pomeriggio ho consumato il piatto forte della citta’: la visita il castello che la domina. L’affollamento turistico li’ e’ veramente qualcosa di sconcertante, comunque la visita e’ sempre godibilissima. Le viste della citta’ sono notevoli (la nebbia si era nel frattempo diradata) ed i musei ospitati nel castello molto interessanti. L’ingresso naturalmente costa carissimo, 7.50 pound, ma - hey - non si puo’ andare a Edinburgh senza visitare il castello!

La sera la nebbia e’ tornata, e devo dire che conferisce un fascino subline alla zona medievale (attorno al Royal Mile ed al castello). Gli effetti collaterali sono ovviamente il freddo ed un’umidita’ pazzesca.

Giovedì 5 Luglio

Ho trovato un altro Internet Cafe’. Ah, non avevo detto del primo? E’ un po’ fuori mano e costa sulle quattro sterline all’ora. Quest’ultimo e’ alla stazione Waverley (non so come avesse fatto a sfuggirmi quando sono arrivato) ed i prezzi sono piu’ o meno gli stessi.

Ho ben pensato di sfruttare il mio InterRail anziche’ piantarmi ad Edinburgh e sono andato a Stirling. Qui vale veramente la pena passare una giornata. Il castello e’ qualcosa di grandioso ed il panorama che si vede e’ meraviglioso… cioe’ lo sarebbe con un tempo decente, che io naturalmente non ho trovato. Sotto il castello si trova il delizioso e piuttosto affollato centro, farci un giro e’ obbligatorio. Il clou e’ il monumento a William Wallace, impressionante a patto di arrivarci ancora in vita. Se non si vogliono pagare gli esosi autobus turistici (ed io non ho voluto) bisogna, nell’ordine: scarpinare per 5km dal centro, salire (per strada o sentiero) su una collina, ed infine (dopo aver elargito 3 sterline al tipo all’ingresso) spararsi oltre 250 scalini in una stretta scala a chiocciola. Chiaramente si e’ ricompensati da un panorama fantastico (anche qui il bel tempo e’ raccomandabile…) e ci si puo’ sentire eroi per un attimo. LIBERTA’!!! A proposito di eroi, c’e’ in esposizione la spada di William Wallace; io credo che non riuscirei nemmeno a trascinarla, lui doveva essere quantomeno un gigante, potente come un toro, per battersi come un leone con un simile spadone nelle mani.

Per il resto la citta’ offre dei bei cimiteri, se piacciono i cimiteri, e delle rovine di un’abbazia. C’e’ poi la Argyll Town House, vicinissima al castello ed inclusa nel prezzo di quest’ultimo: da visitare assolutamente (beh, ci vorra’ mezz’ora alla grande comunque).

La sera, tornato ad Edinburgh, mi trovavo tranquillamente scapottato sul divano del salone dell’ostello quando una ragazza tedesca mi ha chiesto una mano per portare dei bagagli in stazione. Come potevo rifiutare? Forse avrei dovuto: credo il suo borsone contenesse macigni! La cosa si e’ poi evoluta in un gran caos, con risvolti a tratti piacevoli ed a tratti spiacevoli, che comunque non riportero’ qui. ;-)

Alle 22 ho partecipato ad uno dei ‘ghost tour’: all’ostello mi hanno consigliato il ‘City of the dead’, quindi ho optato per quello. E’ stato piuttosto divertente ed interessante. La guida (a me era capitata Cara una bella e simpatica lady in black) ci portava in giro per le strade semibuie raccontandoci in maniera divertente ma veritiera la storia di Edinburgh e dei suoi poeti. L’ultima parte del tour si e’ svolta in un cimitero (!) tra storie di poltergeist e piccolo colpo di scena finale. Per partecipare ad un tour basta presentarsi alle 20.30 o alle 22 a Parliament Square, sul Roayl Mile. E’ pieno di cartelli della ‘Mercat Tour’, voi cercate invece l’unico della ‘City of Dead’ ed aspettate li’ il vostro destino.

Venerdì 6 Luglio

L’idea era di andare a Dundee, ma poi ero scazzato ed ho optato per una visita ai ponti del Firth of Forth. Arrivato nella malinconica Dalmeny (15 minuti di treno da Edinburgh) ho dovuto camminare un bel po’ per giungere in un tranquillo paesino con bella vista sui ponti… solo teorica ovviamente, visto che la nebbia la precludeva del tutto. Ormai mi ero rassegnato a dover accettare la visibilita’ ridotta, probabilmente la Scozia va vista cosi’ poiche’ e’ in questo stato il 90% del tempo.

Tornato nella capitale mi sono dedicato all’attivita’ principale del turista medio (lo shopping), prima di avventuarmi del pubblicizztissimo tour letterario di McEwan, che parte dall’ottimo Behive Inn in Grassmarket ogni sera alle 19.30. Il concetto e’ piu’ o meno quello del ghost tour, solo che le guide parlano (sempre in maniera sciolta e divertente) di storia e letteratura senza metterci di mezzo alcun fantasma o poltergeist. Inoltre si ‘attraversano’ ben quattro pub, infatti sono ritornato in ostello piuttosto sbronzo.

Ah, avevo in camera un musulmano, veniva dalla Siria mi sembra. Nel tardo pomeriggio ha tirato fuori il tappeto (un kilim credo) e non c’e’ stato nulla da fare: ha pregato per mezz’ora ed io ho dovuto liberare la stanza.

Sabato 7 Luglio

INVERNESS! E’ la capitale delle Highland e non ho tardato ad accorgermene: nuvoloni, pioggia e freddo! Il centro e’ piacevole e piuttosto movimentato. Fran parte di questa agitazione e’ dovuta ai turisti, che invadono letteralmente la citta’ in ogni momento dell’anno per prepararsi a dare la caccia al mostro del vicino lago. Ho trovato l’ostello (Inverness Student Hostel) piuttosto tranquillo ed amichevole, molto piu’ intimo di quello di Edinburgh, pur appartenendo alla stessa catena.

La visita della citta’ non richiede molto tempo: c’e’ il castello, qualche chiesa e le isole sul Ness (il fiume, non il lago). L’ottimo TIC, dietro il castello, fornisce tutte le informazioni di cui uno puo’ avere bisogno.

In serata sono andato un po’ in giro con qualche americano, un neozelandese ed un canadese conosciuti in ostello. Dopo aver capito che nel discopub dove volevamo andare non ci avrebbero mai lasciati entrare (bisognava essere vestiti veramente ‘bene’, insomma entravano gli infighettati e noi non lo eravamo proprio) abbiamo optato per un giro dei pub. Le birre che abbiamo bevuto erano tante e tutte di gradazione considerevole, chiaro dunque che siamo tornati tutti in ostello piuttosto ‘puntati’.

Domenica 8 Luglio

Beh, sei ad Inverness di mattina… cosa fai? Ma e’ naturale: visiti il lago, il tenebroso Loch Ness! Per fare cio’ ci sono varie possibilita’: in bici, in autobus+piedi o in tour organizzato. Ero un po’ stanco (leggi: ancora sbronzo dalla sera prima) per il velocipede ed in autobus avrei veramente visto pochissimo. Ho quindi optato per il tour organizzato del ruvido highlander Kenny (9.50 sterline per gli studenti), che comprendeva una visita ad Inverness, ad un posto dove fanno i kit, ed ovviamente al lago. Era inclusa anche una crociera di 30 minuti e la visita alle rovine di un castello di cui non ricordo il nome (ma l’ingresso a questo andava pagato a aprte). Nel complesso non era male, anche se praticamente ci facevano sempre passare in mezzo a negozi di souvenir affinche’ cedessimo alla tentazione di acquistare qualcosa. Al di la’ del fatto che il mostro esista anziche’ no, il lago e’ notevole e merita sicuramente una visita. Se vai a New York devi vedere la Statua della Liberta’, se vai a Parigi devi vedere la Tour Eiffel, se vai a Roma devi vedere il Colosseo e se vai in Scozia devi vedere Loch Ness. Devi e basta. A proposito del mostro… al di la’ di quelli che l’hanno effettivamente visto, qui tutti (che strano!) sostengono che esista. Rilevazioni effettuate con il sonar pare abbiano evidenziato la presenza di un animale, che pero’ e’ grande come un coccodrillo e non gigantesco come vuole la leggenda.

Per gli Internet maniacs come me il TIC mette a disposizione due terminali e chiude alle 17 o alle 18. C’e’ anche un Internet Cafe’ nei pressi della stazione.

La sera ho optato per riposare e sono stato premiato poiche’ ho conosciuto una deliziosa ragazza cilena… ma veramente deliziosa! Vabbeh, fugace amicizia tra viaggiatori, ora anche lei e’ passata (lacrime a volontà… ;-)).

Lunedì 9 Luglio

Doveva essere il gran giorno delle isole Orkney, e cosi’ e’ stato. Sin dall’inizio del viaggio ho chiesto in giro se ne valesse la pena: tutti dicevano di si ma nessuno in realta’ ci andava preferendo Skye, raggiungibile piu’ facilmente. Il viaggio ha come al solito riservato qualche imprevisto, a partire dal checkout dall’ostello, che nella catena MacBackpackers/Scotland’s Top Hostels e’ obbligatorio. La reception doveva aprire alle 6.30, ma alle 7.05 ancora non c’era nessuno. Preso dal panico poiche’ stavo perdendo il treno mi sono dato alla macchia, anche se poi sono stato preso da un attacco di correttezza ed ho telefonato all’ostello per verificare che tutto fosse a posto. Cosi’ era. Dopo un po’ che dormicchiavo in treno il controllore ha fatto scendere tutti… British railways strike back! Uno strano tipo piuttosto anziano ha portato tutti i passeggeri del treno piu’ qualcun altro a Thurso (senza chiedere alcun biglietto…). Da li’ e’ stato piuttosto facile prendere un altro autobus per Scrabster ed il traghetto per Stromness. Il ferry costa 33 sterline a/r, tanto ma non un’esagerazione. Tra l’altro sono arrivato proprio nel giorno in cui un’offerta speciale abbassava il prezzo a 24 pound a/r. Finalmente un po’ di fortuna, e finalmente anche il bel tempo!

Arrivato alle Orkney sono rimasto stregato dal fascino del luogo. Dopo lunghi minuti al porto in contemplazione, ho preso posto nell’indipendente Brown’s Hostel (a Stromness). La guida Lonely Planet lo indica come poplare, ma era si e no pieno per meta’ (ed ha solo 14 letti!). I miei ‘conviventi’ di quella sera erano piuttosto tranquilli, d’altronde tra i vistatori delle Orkney non sembra figurare la solita massa di esuberanti australiani e neozelandesi. Quando sono troppi (cioe’ sempre, nei posti turistici principali) mi stanno sulle balle, pero’ forse un paio sarebbero stati molto apprezzati.

Le isole sono una F-I-G-A-T-A. Naturalisticamente parlando non sono brulle come ci si potrebbe aspettare, ma quasi interamente ricoperte da pascoli e campi coltivati. Sembra che il tempo si sia fermato a centinaia di anni fa: benche’ come in tutto il mondo capitalista la gente usi computer e telefoni cellulari, la vita scorre tranquilla ed i ritmi sono piuttosto lenti. Il problema crimine e’ del tutto irrilevante. Sono andato a noleggiare una bici ed a casa del noleggiatore non ho trovato altro che un biglietto con su scritto: ‘prendete una bici a scelta, restituitela in giornata e lasciate 5 sterline nella cassetta della posta’. Azz. Se provo a mettere su un noleggio cosi’ in Italia mi ritrovo dopo mezz’ora senza alcuna bici e con la cassetta delle lettere piena di ringraziamenti (non monetari).

Nel pomeriggio sono andato a dare un’occhiata ad alcune ‘standing stones’ li’ da 5000 anni. Semplicemente fantastico: ci sono pietre incredibili disposte in cerchi perfetti ed impressionanti resti di villaggi neolitici.

L’isola principale e’ tranquillamente percorribile in bicicletta, che di fatto e’ il mezzo consigliato a causa della scarsita’ di autobus. In Giugno e Luglio le giornate sono lunghissime e di fatto non viene mai veramente buio. La sera Stromness e’ un deserto: ha solo 2500 abitanti, pero’ ci attraccano i ferry di P&O e quindi ho deciso di dormire li’ anziche’ nella piu’ affollata Kirkwall. Il posto e’ comunque di indubbio fascino, ha molto dello ‘sperduto paese di pescatori’ (ed infatti lo e’). Per una pinta serale ci sono tre posti: il Royal Hotel (cosi’ cosi’, ma tiene aperto fino a tardi), lo Stromness Hotel (deserto) ed il vivace e simpatico Ferry Inn.

Martediì 10 Luglio

Armato di bicicletta e buona volonta’ e dopo essermi caricato con una (pessima) marmellata di mandarini, ho compiuto un giro in bici di una cinquantina di chilometri. La tappa fondamentale e’ stata Kirkwall, il principale centro delle Orkney (6000 abitanti). In questo animato porto si puo’ ammirare l’ottima cattedrale di St. Magnus e qualche museo, ma l’attrazione principale e’ (inutile negarlo) la distilleria Highland Park. Si tratta della whiskeria piu’ a Nord del mondo, ed e’ anche una delle migliori in assoluto. La visita costa solo un paio di sterline, e’ piuttosto interessante e comprende una degustazione.

Nel pomeriggio ho girovagato per la costa un po’ in bici ed un po’ a piedi. Ci sono alcune baie di una bellezza sconvolgente. Tornato a Stromness ho salutato con grande piacere l’arrivo in ostello di un australiano. Non era tra i piu’ esuberanti ma ho subito familiarizzato e ci siamo fatti una riga di pinte. Ah, l’Australia, che gran paese. Poco prima delle 22, tra l’altro, eravamo fuori dal pub ed abbiamo visto il ferry di P&O che stava per salpare alla volta delle Shetland. Eravamo entrambi li’ li’ per salirci, ma poi abbiamo tristemente lasciato perdere.

Mercoledì 11 Luglio

Inverness, atto II. Le Orkney avrebbero probabilmente meritato parecchi giorni in piu’, soprattutto sarebbe stato interessante visitare la selvaggia e semideserta Hoy. Vabbeh, magari ci tornero’ quando dedichero’ un viaggio intero ad Islanda, Far Oer e Shetland. Il tragitto da Stromness ad Inverness questa volta non ha riservato sorprese, a parte 6km di camminata dal porto di Scrabster alla stazione di Thurso. Anche oggi Inverness era gelida e nuvolosa, sigh… con il sole dev’essere fantastica, ma pare qui non risplenda da secoli.

Incredibilmente ho incontrato due italiane in ostello, credevo la gente si muovesse dallo stivale solo in Agosto. L’occasione e’ stata colta per un paio di pinte, con loro che erano piuttosto spolpe e si esibivano in atti peculiari.

Giovedì 12 Luglio

Desideravo visitare ancora alcuni luoghi attorno ad Inverness e questa giornata interlocutoria sembrava adatta allo scopo, al di la’ del tempo piu’ schifoso del solito. Con 5 sterline sono riuscito ad ottenere un biglietto jump-on/jump-off (cioe’ sali e scendi quando ti pare) per la tratta Inverness-Cawdor-Culloden Battlefield-Inverness in autobus.

Il castello di Cawdor, quello che ha ispirato Shakespeare per Macbeth, e’ cosi’ cosi’. L’ingresso costa ben 6 sterline (!!!) ed all’interno c’e’ solo qualche quadro e molti bei pezzi di arredamento. Notevole e’ invece il giardino (compreso nel prezzo), verdissimo ed a tratti alquanto avventuroso (paesaggio di tipo montano, pur essendo quasi al livello del mare).

Ben diversa la questione per il luogo del quale si e’ svolta la battaglia di Culloden. Pur trattandosi fondamentalmente di sterpaglie (erica in particolare) il luogo ha un fascino immenso. I sentieri portano ai vari loghi dove un tempo erano schierati i combattenti, ed a quelli dove si ritiene siano stati feriti alcuni noti personaggi. Camminando ci si imbatte in varie capre, una specie particolare proveniente da Ebridi che ha la caratteristica di divorare l’erica evitando che diventi troppo alta, facendo si che il luogo rimanga sempre uguale a com’era al tempo della battaglia, senza spendere troppo in giardinieri.

In conclusione, una giornata e’ probabilmente piu’ che sufficiente per Inverness: la mattina il lago, il pomeriggio Culloden e la sera una passeggiata in centro. Io tra una cosa e l’altra ci ho passato quattro notti… che perdita di tempo, pero’ mi sono divertito ed ho conosciuto parecchia gente interessante, in particolare la ragazza cilena. La rivedro’ mai? Boh, magari tentero’ un inter-rail in Cile. ;-)

Venerdì 13 Luglio

Ed ecco Skye, la piu’ interna delle Ebridi: tutti ne parlano in toni a dire poco entusiasti, quindi non potevo fare a meno di venire a darci un’occhiata. Il ponte che la collega alla terraferma e’ cortissimo, sembra quello sul Cellina, il torrente vicino a casa mia. Beh, penso che un metro di distanza dalla terraferma sia gia’ sufficiente per la definizione di ‘isola’. Il paesaggio e’ carino, brullo e selvaggio, ma non e’ che tolga il respiro (a parte il freddo allucinante). Forse sono troppo abituato alle Dolomiti, che secondo me sono molto piu’ aggressive ed impressionanti di queste pur affascinanti colline.

Il paese dove alloggiavo (nel piacevole ed indipendente Skye Backpackers) si trova subito dopo il ponte ma e’ piccolissima, e pessimamente collegato dagli autobus con il resto dell’isola (soprattutto nei week-end, momento della settimana in cui guarda caso sono capitato io). Il supermercato (che e’ anche ufficio postale, ferramenta, farmacia, edicola e cartoleria) non vende alcolici, quindi chi vuole sbronzarsi a basso prezzo deve camminare fino alla stazione di benzina (1km circa). Tra le persone che ho conosciuto spicca sicuramente un simpaticissimo tedesco altro due metri ed appassionato di arte moderna. Questo elemento stava in ostello tutto il giorno (doveva rilassarsi, diceva) e la sera tirava su pigne mai viste. La sera ho incontrato di nuovo le due italiane gia’ viste ad Inverness e, dopo aver precarburato in ostello, siamo usciti in folto gruppo alla volta dell’unico pub del villaggio. Io, il tedesco ed un paio di canadesi siamo arrivati a letto completamente rovinati, fantasmi irriconoscibili, solo pallide ombre delle persone che eravamo poche ore prima.

Sabato 14 Luglio

Alzatomi tardissimo e con un forte mal di testa, per non sentirmi inutile ho ingoiato un’aspirina ed ho noleggiato una bici. Anzitutto sono tronato sulla terraferma per visitare Plockton, un simpatico paesino distribuito sulla riva di un lago. Andandoci, per una impervia strada tra le colline, ho vissuto un’esperienza di premorte. La strada era un continuo e ripido saliscendi, e con la bici dal cambio starato noleggiata in ostello a SOLE 12 sterline la cosa era un po’ faticosa. Comunque sia, lo psicodramma si e’ consumato mentre stavo scollinando dopo una langua salita. Innanzi a me si presentava una ripidissima discesa con conseguente altrettanto drastica risalita. Ideona dunque: mi sono buttato a tutta velocita’ in modo da arrivare almeno a meta’ della salita senza faticare. Bene, peccato che verso fine discesa, cioe’ quando ero massimamente lasciato, mi sono uscite dagli alberi (e che ci facevano li’, non dovrebbero pascolare sui prati?) tre pecore!!! Ho inchiodato brutalmente buttandomi sulla sinistra per schivarle, mentre l’intera vita (in particolare i momenti con la ragazza cilena) mi passava davanti. Sono miracolosamente riuscito a mantenere l’equilibrio e tutto e’ finito bene (ma ho dovuto pedalare per l’intera risalita…).

Tornato dal Plockton mi sono avventurato nell’isola di Skye ed in particolare sono giunto presso i resti di una cattedrale con annesso spettrale (e pertanto immensamente affascinante) cimitero ricco di croci celtiche. A pochi metri si trovava un lago, guarda caso un tempo maledetto per via di un mostro che vi risiedeva ed aveva l’abitudine di mangiare le donne incinte ed i bambini. Benche’ a vederlo il lago sembrasse ancora maledetto, la guida mi indicava che era invece stato liberato da non ricordo quale prete, e da quel momento alle sue acque erano sempre stati attribuiti poteri curativi.

La pedalata e’ continuata tra belle montagne e maestose scogliere per tutta la giornata. La sera il solito tedesco ha riaperto le danze etiliche, ma mi sono trattenuto dal seguirlo una seconda volta. ;-)

Domenica 15 Luglio

Contravvenendo alle regole non scritte che impongono di non mettersi nei guai viaggiando la domenica nelle Highlands, mi sono spostato verso l’ultima tappa del mio viaggio: Glasgow. A dirla tutta, fino a meta’ viaggio la mia idea era stata quella di saltarla, poiche’ da sempre la conoscevo come una citta’ grgia e priva di interesse per un visitatore. Sempre piu’ persone tra quelle che conoscevano mi consigliavano tuttavia di andarci assolutamente, affermandola come sosta immancabile in una visita in Scozia. Niente di piu’ vero: come dice il Lonley Planet, e’ la piu’ scozzese delle citta’ scozzesi, moderna ed in continua evoluzioni.

Non ci sono orde di turisti in giro, tanto che quando sono arrivato (domenica pomeriggio, bellissima giornata) non c’era quasi nessuno nei vialoni pedonali del centro. Dopo aver preso alloggio nel grande, gradevole e soprattutto indipendente (odio gli ostelli HI, si era capito? ;-)) Glasgow’s Backpackers Hostel in Park Terrace, ho cercato di perlustrare un po’ la zona ma ho trovato tutto chiuso. Gli immensi centri commerciali sono aperti anche la domenica, ma solo fino alle 17, quindi ormai ero fregato. Tra l’altro, dopo le 17 molti dei pub smettono di far da mangiare, ed entro le 20 TUTTI servono esclusivamente da bere. Ero senza provviste e dunque non potevo farmi da mangiare in ostello (…e non avevo ancora notato la presenza dei supermarket aperti 24h/24), il Pizza Hut e’ carissimo e quindi… tah - dah… Burger King!

Tornato in ostello dopo aver lasciato mezzo fegato al fast food, ho incontrato per la terza volta una delle italiane conosciute ad Inverness. Questa, dopo due giorni di odissea (autobus che non erano passati, autostop, …) era finalmente giunta a Glasgow. Siamo dunque andati a pinte assieme. Sauchiehall Street (leggete ‘sauch’ come leggereste ‘sock’) e’ ottima a questo scopo, pero’ bisogna stare nella parte verso la M8 e non quella nel downtown (verso George Square) dove ci sono solo negozi. In alcuni pub la gente e’ un po’ troppo infighettata ed infatti ci sentivamo un tantino fuori contesto. Fortunatamente ci sono anche molto locali pieni di persone miste o anche di ‘alternativi’. Per chi e’ interessato a trascorrere l’intera notte nei club di Glasgow, una noticina: la maggior parte di esse fa selezione sull’abbigliamento, quindi e’ proibito presentarsi in scarpe da ginnastica. Io non avevo altro (a dire il vero non posseggo altra calzatura che scarpe da ginnastica in generale), ma alla fine non ho avuto occasioni per tentare un club.

La notte e’ stata quasi insonne poiche’ alle 5 sono tornati i miei compagni di stanza ubriachi fino alla morte, ed ovviamente si sono premurati di produrre il massimo rumore possibile.

Lunedì 16 Luglio

La mattina e’ iniziata alle 11, poiche’ ho deciso di prendere gli ultimi giorni in gran scioltezza, in modo da arrivare in Italia riposato e non ancora piu’ scapottato del giorno in cui sono partito. Partendo dal TIC di George Square ho visitato la cattedrale di St. Mungo e la relativa necropoli. La cattedrale e’ medievale e piuttosto impressionante sia da fuori che da dentro; ottima e’ la ‘cattedrale bassa’, in cui e’ sepolto St. Mungo. Dalla grande necropoli, collocata su una collina, si puo’ godere di buone viste sulla citta’, anche se ci sono un po’ troppi alberi per apprezzarle appieno. Ho dedicato parte del pomeriggio alla notevole (ma anche ricca di croste) galleria di arte moderna nei pressi di George Square (qui tra l’altro mi sono ancora imbattuto nella simpatica italiana…), per poi camminare lungo la riva del Clyde fino al Glasgow Science Centre. Dell’interno ho visto poco (praticamente solo la toilette) poiche’ al centro andrebbe dedicato moltissimo tempo… magari la prossima settimana. L’edificio, cosi’ come altri simili collocati nei pressi, merita un’esame approfondito dall’esterno: il design e’ modernissimo e’ molto particolare. Queste costruzioni fanno parte (credo) del progetto Glasgow 2000, Glasgow Millennium o qualcosa di simile.

La sera ho optato per un nuovo ‘pub crawl’ assieme alla ragazza italiana, ma questa volta abbiamo scelto il West End, dove ci siamo naturalmente persi. In Byres Road e dintorni ci sono alcuni pub molto belli. E’ probabile che mentre bevete la banconiera o anche altra gente spuntata apparentemente dal nulla venga da voi a chiacchierare. Non stanno cercando soldi, ne’ di vendervi nulla. ;-) Gli abitanti di Glasgow sono molto socievoli e ciarlieri, e questo e’ uno degli aspetti che rendono la citta’ affascinante. D’altro canto, capire cio’ che dicono e’ un’impresa non da poco: persino alcuni australiani che ho conosciuto hanno seri problemi a comprendere l’accento di Glasgow.

Martedì 17 Luglio

Glasgow non e’ eccezione al mutevole clima scozzese: appena uscito dall’ostello a momenti surgelavo (ed erano le 10.30!). Dopo aver rinunciato alla visita al Science Center ho optato per l’Art Gallery and Museum, nel West End. L’esposizione era piuttosto grande ed a tratti bellissima. Le armature ed i vasi non mi piacciono in generale, quindi ho tagliato corto su quelle sale. Molto meglio i quadri: tra le altre, c’erano anche opere di Van Gogh e Cezanne. Adoro la pittura nordica. La sezione ‘naturalistica’ proponeva, tra le cose piu’ interessanti, renne, lupi ed altri animali che un tempo popolavano la Scozia ed ora sono estinti. Le renne in realta’ sono nuovamente presenti, in quanto recentemente ‘importate’ dalla Norvegia.

Nel pomeriggio sono tornato in centro per vedere The Lighthousr. Come dice il nome, si tratta di un faro, inserito tra i palazzi di Glasgow. Al suo interno ho trovato esposizioni sull’architettura passata, presente e soprattutto futura della citta’. L’ingresso e’ gratuito, ma servono 2 sterline se si vuole accedere alla mostra su Mackintosh (ottima) ed alla cima del faro, dalla qualche si gode di belle viste di Glasgow e delle colline circostanti.

Venutami nostalgia del tour a piedi di Edinburgh, alle 18 sono andato al TIC per fare quello di Glasgow. Le uniche persone presenti erano la guida e due anziane signore. Essendo abituato a gruppi piu’ grandi e quindi socialmente piu’ ‘attivi’, sono fuggito. Credo che comunque il tuo si sia fatto, solitamente richiedono almeno 5-6 persone.

Dopo essermi visto ‘La sottile linea rossa’ in ostello (in realta’ ho dormito per quasi tutta la durata della proiezione) sono andato (per cambiare) per pub a Merchant City, ad est di George Square. C’e’ un buon posto, il Blackfriars, dove le cameriere sono piuttosto carine (o almeno lo erano quando ci sono passato io) e l’atmosfera e’ rilassata. Ho ordinato un bicchiere di assenzio (4 pound!) e la cameriera mi ha guardato come avessi chiesto una striscia di cocaina. Ma che sara’ mai? Io non l’avevo mai bevuto, ma non ho notato particolari effetti. Boh… comunque ha un buon gusto.

Mercoledì 18 Luglio

L’ultimo giorno in Scozia e’ stato velato dalla malinconia del dover tornare a casa lasciando posti in cui inziavo a trovarmi veramente bene. Nulla dura per sempre, ma a quanto pare nemmeno abbastanza per essere pienamente apprezzato. Vabbeh!

La mattina sono andato ad Ibrox, il quartiere dove sorge l’Ibrox Park, lo stadio dei Glasgow Rangers. Chi e’ anche minimamente appassionato di calcio dovrebbe considerare l’idea di vistarlo, anche se tutto cio’ che si puo’ fare e vederlo (gratuitamente) dall’esterno. Gli stati in Scozia sono infatti delle specie di luoghi di culto, e pur essendo Mercoledi’ mattina a campionato scozzese ancora da iniziare, c’era un certo movimento attorno all’impianto. In particolare il Glasgow Rangers Superstore era pieno di gente. Se, come dicono, i proventi venissero tutti reinvestiti in giocatori, al Glasgow Rangers ci sarebbero Figo e Raul. Il negozio ha un sacco di merce molto bella (maglie, tute, …), a prescindere dalla passione calcistica o assenza della stessa del visitatore.

Nei vialoni pedonali di Glasgow ho assistito fino a sera ad un sacco di piacevoli spettacoli di strada e concerti. Come in tutte le grandi citta’, anche a Glasgow si esibisce gente piuttosto valida, brava sia nella sua arte che in quella di intrattenere il pubblico.

Alla sera, dopo un bicchierino di assenzio ed un paio di birre, mi sono portato nella grandissima Glasgow Central, stazione aperta 24h/24, ad attendere il Caledonian Sleeper per London. Anche qui mi sono imbattuto in un esempio della grande socievolezza degli abitanti di Glasgow. Un idraulico che stava tornando a casa dal lavoro si e’ seduto vicino a me e mi ha raccontato varie cose su di lui, ad esempio di quando (30 anni prima credo) era andato a Milano a vedere Glasgow Celtic - Feynoord, finale di Coppa dei Campioni (vinta dal Celtic).

Il viaggio in treno e’ stato un paccone. Accanto a me si era seduto un tipo (sicuramente londinese) che non ha quasi mai smesso di telefonare. Ad un certo punto gli era finita la batteria e stavo gia’ festeggiando, quando ha estratto dalla borsa un altro telefono ed ha scambiato le SIM card. Uff. Arrivato a London e trovandomi in mezzo alla sua vita caotica, ho capito che la notte era passata, il tempo dei sogni ormai finito, ed era ora di tornare a casa.